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Pasta integrale: 5 miti da sfatare

C’è chi la sceglie all’uovo e chi preferisce quella fatta solo con la semola di grano duro, chi deve mangiare quella con farine alternative, come il farro, e chi ha scelto, per gusto o per necessità, quella integrale. 

Grazie il suo sapore unico e con i benefici per la salute, questa tipologia di pasta viene sempre più acquistata e utilizzata in alternativa a quella “classica”. 

Infatti, una ricerca realizzata dall’azienda Doxa per Adepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiana) testimonia come nel 2018 circa un italiano su due sceglie la pasta integrale a pranzo o a cena.

Eppure, ci sono ancora tante persone restie a sceglierla a causa di alcuni falsi miti che la circondano. In questo articolo andremo a vedere quali sono quelli più comuni e, soprattutto, li andremo a sfatare una volta per tutte.

Cos’è la pasta integrale

Nella pasta integrale, la semola utilizzata non viene sottoposta al classico processo di raffinazione e, quindi, conserva tutte le parti del chicco di grano

Questo aspetto è importantissimo per la conservazione delle proprietà nutritive della pasta. Infatti, l’apporto di vitamine, sali minerali e fibre che la pasta integrale è in grado di restituire all’organismo è decisamente maggiore se confrontato con quello della pasta tradizionale.

Un maggiore apporto di fibre permette di sentirsi sazi per lunghi periodi di tempo e di frenare l’assorbimento dei carboidrati diminuendo così l’accumulo di grasso e facilitando la stabilità del livello di zuccheri nell’organismo.

I 5 miti da sfatare sulla pasta integrale

Ancora troppi falsi miti aleggiano intorno alla pasta integrale ed è proprio a causa di questi “pregiudizi” che molte persone scelgono di non acquistarla.
Vediamo insieme i falsi miti più diffusi e perché non sono assolutamente veri.

1. Le fibre fanno sempre bene

Quasi sempre, chi acquista pasta integrale lo fa con la volontà di aumentare il consumo di fibre per mantenere sano il proprio organismo. Questa tipologia di pasta, in effetti, rappresenta una soluzione perfetta per coloro che soffrono di diabete o sono in uno stato di obesità. Le fibre, infatti, fanno sì che l’organismo assorba in maniera lenta e graduale carboidrati complessi e semplici (zuccheri), evitando quei picchi glicemici davvero pericolosi per i diabetici.


Per le persone che si trovano in stato di obesità, la pasta integrale, essendo in grado di aumentare il senso di sazietà, può essere un’alleata preziosa all’interno di una dieta bilanciata e concordata con il proprio medico per diminuire le porzioni di cibo sentendosi comunque sazi.
È bene ricordare, tuttavia, che in altre persone, ad esempio in chi soffre di colon irritabile, il consumo in quantità importanti di pasta integrale potrebbe far insorgere problematiche di natura intestinale perché un eccessivo apporto di fibre può dare origine a problemi di fermentazione intestinale.

2. Si può abbondare con il condimento

Un altro luogo comune sulla pasta integrale è che questa faciliti il dimagrimento con qualunque sugo la si condisca. Nulla di più sbagliato.
Come per le altre tipologie di pasta, è il condimento a determinare in larga parte la quantità di calorie che un piatto possiede. Dunque, anche scegliendo la pasta integrale non si possono ottenere dei buoni risultati in termini di dimagrimento se il piatto è condito con sughi ipercalorici, ricchi di olio e ingredienti che fanno solitamente ingrassare.

3. Bisogna sempre preferirla alla pasta tradizionale

Alcune persone che sono solite comprare pasta integrale, credono che la pasta tradizionale, cioè quella di semola di grano duro, sia da evitare in ogni caso e che, anzi, faccia male. Anche in questo caso, tale convinzione è del tutto errata. La pasta di semola “classica” ha valori nutrizionali piuttosto simili a quella integrale e anche questa assicura un corretto apporto di carboidrati complessi. Per di più, le due tipologie di pasta hanno un indice glicemico basso, che generalmente varia da 30 a 35.

L’equivoco nasce dal fatto che per la produzione della pasta di semola si utilizza il termine “raffinare”, in riferimento alla lavorazione del chicco di grano. Questa parola spinge molti consumatori a pensare che vengano utilizzate sostanze chimiche nel processo, quando invece non è assolutamente così.

4. Va cotta di più per renderla digeribile

Assolutamente sbagliato!

La pasta integrale, così come quella tradizionale, va mangiata al dente in modo da renderla facilmente digeribile ed evitare picchi glicemici che vanno a discapito della salute e del peso.

5. Ha un sapore sgradevole

Tra gli elementi che fanno della pasta integrale un alimento molto apprezzato c’è sicuramente il suo gusto unico. Delizioso e invitante, il suo sapore farà cantare le vostre papille gustative e vi farà vivere attimi di gioia in compagnia delle persone a cui volete bene.

Anche noi de La Pasta di Camerino offriamo ai nostri clienti alcune tipologie di pasta integrale come le tagliatelle integrali di farro BIO, le penne integrali di farro e la linea Hammurabi.
Aprendo una delle nostre confezioni di pasta integrale sentirete tutto il profumo, sincero e autentico, del grano 100% italiano e quello genuino della tradizione. 

Grazie alla nostra lavorazione, che si ispira ai metodi artigianali, e all’accurata selezione delle materie prime e degli ingredienti, la nostra pasta integrale si riconosce per la sua qualità superiore. Così come per quella all’uovo e di semola, anche per questa tipologia utilizziamo il triplo impasto lento, la trafilatura al bronzo, che dona alla pasta la porosità perfetta per raccogliere il sugo, e l’essiccazione lenta e a bassa temperatura per salvaguardare tutte le proprietà nutrizionali di cui è ricca la pasta integrale.  

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Sulle colline dell’entroterra marchigiano la brezza del mare adriatico si mescola all’aria pura e alla terra genuina dei monti sibillini. È qui che nasce La Pasta di Camerino, ruvida e porosa come quella fatta in casa, realizzata con cura e nel rispetto dei migliori metodi artigianali.

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