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Pasta e sostenibilità: come contrastare lo spreco alimentare

La pasta, alimento quotidiano nella dieta di milioni di persone, è spesso oggetto di domande sulla sua conservazione e sul consumo dopo la data indicata sulla confezione. In questo articolo esploreremo il tema, con uno sguardo alla proposta europea di revisione delle norme relative all’indicazione del termine di conservazione sui prodotti alimentari, per una maggiore consapevolezza nei consumi e un contrasto efficace allo spreco alimentare.

Spreco alimentare: un problema globale

Lo spreco alimentare si presenta come una sfida globale che merita la nostra attenzione. Dati recenti dimostrano che circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti a livello mondiale viene sprecato ogni anno e gli alimenti scaduti rappresentano una parte sostanziale del problema: questo non solo ha implicazioni economiche per le famiglie e per le aziende, ma ha anche un impatto sulla sostenibilità ambientale. Dunque ridurre gli sprechi nella nostra vita quotidiana diventa sempre più necessario e proprio al raggiungimento di questo obiettivo è indirizzata la proposta della Commissione europea di revisione del Termine minimo di conservazione.

 

“Da consumarsi preferibilmente entro” e poi? Cosa propone la Commissione europea

“Da consumare preferibilmente entro” è la dicitura, obbligatoria per legge, che precede il Termine minimo di conservazione, ovvero la data entro la quale il produttore garantisce le qualità organolettiche degli alimenti. La proposta della Commissione europea è quella di aggiungere la dicitura “Spesso buono oltre” per indicare ai consumatori che i cibi sono ancora buoni e sicuri dal punto di vista alimentare anche oltre il termine minimo di conservazione. Tra i prodotti interessati da questa revisione c’è anche la pasta.

 

La scadenza della pasta: verità e falsi miti

Proprio così: sebbene molti pensino che sia da buttare dopo la data indicata sulla confezione, in realtà la pasta secca ha una durata di conservazione molto lunga e non è soggetta a deterioramento come altri alimenti perché ha una percentuale di umidità molto bassa. Il termine minimo di conservazione è di 24/36 mesi ma la data riportata sulla confezione è più un indicatore di qualità organolettiche che di sicurezza alimentare: questa infatti può rimanere inalterata per mesi anche oltre quella data, purché il prodotto venga conservato correttamente in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di luce e calore e in confezioni ben chiuse.

 

Come capire se la pasta secca è ancora adatta al consumo?

Se la pasta è stata conservata correttamente è piuttosto semplice verificare che sia ancora adatta al consumo, con un semplice esame visivo e olfattivo. Ecco alcuni suggerimenti:

  1. Aspetto visivo: cerchiamo eventuali segni di muffa, macchie o cambiamenti di colore. La pasta integrale potrebbe sviluppare una colorazione più scura nel tempo, ma questo non necessariamente indica che è inutilizzabile.
  2. Odore: se percepiamo odori sgradevoli o strani, potrebbe essere un segnale che la pasta non è più fresca. La pasta secca di semola e quella integrale dovrebbero avere un buon odore di grano.
  3. Texture: se la pasta risulta appiccicosa, alterata o presenta cambiamenti di consistenza evidenti non è più adatta al consumo.

 

L’importanza di fare scelte consapevoli per una maggiore sostenibilità

I dati raccolti da Waste Watcher ci raccontano l’impatto che lo spreco alimentare ha nelle tasche di ciascun italiano, e non sono dati confortanti, anche se in miglioramento. È dunque facile immaginare come una maggiore consapevolezza da parte di ciascuno possa avere in impatto positivo sull’ambiente a livello globale. Ogni piccolo gesto conta. Oltre alla conservazione è necessario modificare anche le proprie abitudini di spesa e quelle alimentari, ad esempio abituandoci a riutilizzare gli avanzi per nuove preparazioni.

 

Anche a livello aziendale è possibile fare molto

Ancora Waste Watcher rileva che una parte rilevante degli sprechi alimentari, ben il 28%, viene dall’industria. Noi de La Pasta di Camerino siamo da sempre consapevoli e sensibili a questa problematica, tanto che da tempo abbiamo messo a sistema una serie di azioni volte a contenere i nostri sprechi. La maggior parte dei nostri scarti ad esempio va destinata a riciclo per quanto riguarda i rifiuti solidi, mentre gli scarti di lavorazione o i prodotti non conformi dal punto di vista estetico vanno destinati rispettivamente a industria mangimistica e beneficenza, con queste percentuali: riciclo rifiuti solidi 80%, riuso scarti di lavorazione 100%, riuso prodotti non conformi 90%.

 

Conclusioni

In conclusione, la pasta emerge come una protagonista della nostra dispensa contro lo spreco alimentare, perché ha una lunga conservazione e può essere consumata anche dopo la data indicata sulla confezione. Il concetto di sostenibilità non è solo un impegno individuale, ma una responsabilità collettiva. Educhiamo noi stessi, incoraggiamo le pratiche aziendali sostenibili e lavoriamo insieme per ridurre lo spreco alimentare, preservando non solo il nostro patrimonio gastronomico, ma anche il pianeta che chiamiamo casa. La pasta, con la sua longeva bontà e la sua capacità di adattarsi ai tempi, ci insegna che anche nel nostro approccio all’alimentazione possiamo trovare la strada per un futuro più sostenibile.

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Sulle colline dell’entroterra marchigiano la brezza del mare adriatico si mescola all’aria pura e alla terra genuina dei monti sibillini. È qui che nasce La Pasta di Camerino, ruvida e porosa come quella fatta in casa, realizzata con cura e nel rispetto dei migliori metodi artigianali.

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