Sin dai primi anni di vita cominciamo a conservare nella nostra mente ricordi che ci accompagnano per tutta la vita e in cui possiamo rifugiarci. Memorie che fanno rievocare sensazioni piacevoli, di felicità e che, per nulla al mondo, potranno essere cancellate. Ad attivare questi ricordi possono intervenire delle particolari situazioni, delle persone oppure odori e sapori, come quello della pasta!
Sì, perché il cibo che più amiamo è tra le prime memorie di cui abbiamo traccia: il piatto di pasta fumante che ci aspettava a tavola quando eravamo piccoli rimane impresso in maniera indelebile tra i ricordi di quasi tutti gli italiani. Lo testimonia uno studio che approfondiremo a breve.
Pronti a scoprire il motivo per cui la pasta rimane impressa nei cassetti della nostra memoria? Allora partiamo.
Lo studio di Doxa per Aidepi
Nel 2018 l’istituto di indagine Doxa ha realizzato uno studio per Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, con lo scopo di capire il rapporto che gli italiani hanno con la pasta. L’analisi ha evidenziato come per 9 italiani su 10 il ricordo della pasta risalga alla prima infanzia.
Quasi metà del campione preso in considerazione afferma di avere memorie dei piatti di pasta preparati dalle proprie nonne o mamme già alla tenera età di 4 anni. In effetti, è esattamente quello il periodo in cui le persone iniziano a sviluppare la memoria permanente, avviandosi a conservare ricordi incancellabili per tutta la vita. L’assaggio della pasta in età giovanissima trasmette un impulso all’ippocampo, una parte del cervello che funge da immagazzinatore delle memorie, che lo conserva e lo fa comparire in tutte le occasioni in cui si pensa al nostro cibo preferito.
L’aspetto più interessante della ricerca, però, è il fatto che gli italiani associano il ricordo della pasta a un particolare momento: il pranzo della domenica. È il consueto pasto domenicale a far emergere i primi ricordi della pasta, delle nonne o delle mamme impegnate a cucinare per tutta la famiglia. Evidentemente, quei momenti sono così felici e sinonimo di sicurezza per i bambini da lasciare un segno permanente nella memoria.
Il piatto di pasta più comunemente ricordato dagli italiani non poteva che essere la pasta al pomodoro. Un’esplosione di sapori tanto semplice quanto capace di rimanere ben salda nel vissuto delle persone. Rispettivamente al secondo e al terzo posto troviamo, invece, la minestra della sera e le tradizionali lasagne.
I ricordi evocati da La Pasta di Camerino
Come visto, il ricordo della pasta è legato indissolubilmente all’infanzia ed evoca sensazioni piacevoli e rassicuranti ogni volta che ne troviamo un bel piatto a tavola.
Noi de La Pasta di Camerino, con il nostro lavoro di ogni giorno, vogliamo farvi rivivere il ricordo dei momenti più sereni dell’infanzia, attraverso i sapori che vivono nella memoria. Quelle sensazioni di benessere e sicurezza che derivano dalle tradizioni di famiglia, come quella di riunirsi la domenica intorno alla tavola per godersi un delizioso piatto di pasta e condividere esperienze, sogni e progetti con le persone a cui si vuole bene.
Questi tipi di ricordi sono dei porti sicuri in cui rifugiarsi e in cui far viaggiare la mente. E il mezzo per vivere di nuovo gli attimi pieni di gioia è solo uno, la pasta. D’altronde, cosa c’è di più bello di mangiare una delle nostre varianti di pasta ed essere immediatamente trasportati in un attimo di spensieratezza, lontano da tutte le preoccupazioni della vita quotidiana?
Conclusioni
La pasta è uno degli attivatori di ricordi piacevoli più potenti che ci siano. Ce lo ha confermato la scienza. I suoi sapori e la sua composizione ma, soprattutto, le emozioni e le storie a essa collegate risalgono alla nostra giovinezza e continuano ancora a scaldarci il cuore. Per questa ragione, La Pasta di Camerino mette nella propria pasta tutta la passione e l’esperienza per dare vita a un cibo che, già dal primo boccone, riesce a far ricordare degli istanti vissuti con estrema allegria.